A Gloria del Gran Maestro dell’Universo e del Nostro Protettore San Teobaldo

Martiri Carbonari in Francia
I Quattro Sergenti di La Rochelle


Da “Petite Histoire de la Rochelle
Traduzione di A…L…C…

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Nel 1821 due studenti, Joubert e Dugied, riportarono da Napoli una società segreta repubblicana, frazionata in cellule o vendite di dieci affiliati: la Carboneria. Ne era capo occulto il La Fayette. Questa associazione reclutava i suoi membri principalmente nell’esercito, dove grande era lo scontento, soprattutto fra i sottufficiali, perché soltanto i nobili potevano diventare ufficiali.Uno dei più entusiasti era il sergente maggiore Bories, del 45mo di linea accasermato a Parigi. Allora dell’età di ventisei anni, era originario di Villefranche, nell’Aveyron. Egli aveva guadagnato alla causa i suoi camerati, i sergenti Goubin, Pommier e Raoulx, insieme ad alcuni studenti. Bories faceva inoltre parte della Libera Muratoria, e aveva prestato il giuramento del pugnale. 
Il 45mo di linea, in sospetto di tendenze repubblicane, fu inviato a La Rochelle il 22 gennaio 1822. Un primo incidente ebbe luogo ad Orléans, una bagarre con dei mercenari svizzeri, nella quale Bories ricevette diversi colpi di baionetta. A Saint-Maure i sergenti entrarono in contatto con il generale Berton che, per parte sua, preparava una sollevazione a Thouars. A Poitiers un ufficiale cercò di far parlare Bories, senza successo. A Niot invece il sergente maggiore ebbe la mala idea di pranzare con dei liberali al caffè di Bellegarde, attirandosi il sospetto del suo colonnello che lo fece sorvegliare.
 
A La Rochelle i quattro sergenti trovarono numerosi Carbonari, tanto frai civili che frai militari. Il 23 febbraio 1822 il generale Berton sollevò Thouars e tentò di prendere Saumur ma i congiurati, meno numerosi di quanto si era creduto, disorganizzati, mal diretti da Berton, che era coraggioso ma indeciso, rimasero bloccati: Berton fu arrestato e giustiziato. 
 
I sergenti fortunatamente non si erano mossi. Raoulx, Goubin e Pommier si erano fidanzati con tre giovani di La Rochelle. Quanto a Bories, egli aveva rubato il cuore di una signorina dell’alta società, Olympia de Mareuge, con la quale si incontrava in segreto nel villaggio di Lafond. Fu là che il fratello di Olympia li soprese: si battè in duello con Bories, fu ferito, e giurò di vendicarsi. 
I quattro sergenti erano sorvegliati da presso: prima Goubin fu arrestato per indisciplina, poi toccò a Pommier, mentre cercava, travestito da contadino, di incontrarsi con i cospiratori di Thouars. Un certo Goupillon, Carbonaro, impauritosi andò a raccontare al colonnello tutto quello che sapeva. Questi fece perquisire i pagliericci dei sergenti, e vi si trovarono nascosti dei pugnali, ma si preferì lasciarli in libertà per scoprire di più del complotto.
 
Una grande assemblea di tutti i Carbonari ebbe luogo nella foresta attorno a una “pietra druidica”, (un dolmen), sul quale si deposero le armi e il denaro che si erano potuti raccogliere. C’era anche un prete che benedì l’assemblea. Ma nel frattempo il fratello di Olympia, che si era impadronito delle carte di Bories conservate da sua sorella, aveva avvertito la polizia, e i quattro sergenti, rimasti presso il dolmen dopo che gli altri se ne erano andati, furono arrestati, ricondotti a La Rochelle e imprigionati nella “torre dei quattro sergenti”, la torre della Lanterna. 
Molti sottufficiali e soldati furono arrestati e confessarono di far parte della Carboneria, ma essi non erano che delle comparse, e non poterono fare il nome dei loro capi. Bories solo li conosceva, e non parlò. Condotti a Parigi, i sergenti furono prima tenuti in isolamento alla Force, poi riuniti alla Conciergerie. Là, Bories recuperò il suo ascendente su di loro e li consigliò di ritrattare le confessioni e di sacrificarsi per salvare l’organizzazione. 
Il processo si celebrò in Corte d’Assise il 21 Agosto. Venticinque militari dovevano essere giudicati. Olympia, che aveva ottenuto il permesso di visitare Bories in progione, assostette alle sedute. Dopo la sfilata dei testimoni a carico, frai quali il colonnello del 45mo, il procuratore de Marchangy pronunciò la requisitoria. Gracile, nervoso, ambizioso, membro della Congregazione e in rapporti di familiarità col futuro Carlo X, questo magistrato fece l’apologia della monarchia assoluta e reclamò la pena di morte. Gli avvocati, per parte loro, mostrarono il pericolo di trasformare delle comparse in martiri, e Bories offrì la sua testa per salvare quelle dei suoi camerati. Invano: furono condannati a morte tutti e quattro. Si rifiutarono di firmare il ricorso in Cassazione. 
I Carbonari di Parigi - La Fayette, il colonnello Fabvier (che poi guidò un corpo di volontari francesi in Grecia), i pittori Ary Scheffer e Horace Vernet – cercarono di corrompere il direttore della prigione, ma l’elemosiniere De Bicetre smascherò il tentativo. Dei deputati andarono a domandare la grazia al re Luigi XVIII. “A che ora devono essere giustiziati i condannati?” domandò lui. “Alle quattro, sire”. “Ah, bene! Gli farò grazia alle cinque…” I quattro sergenti furono decapitati in piazza di Grève e morirono con coraggio. Furono sepolti al cimitero di Montparnasse sotto una lapide che sulla quale era inciso soltanto: “21 Settembre 1822, alle 5 di sera”. Nella notte, un amico innalzò sulla loro tomba un tricolore abbrunato. Olympia non volle sopravvivere a Bories e si gettò nella Senna. Nel 1846 la pietra tombale era stata rimossa, ed al suo posto fu innalzata una colonna decorata di un medaglione sul quale David d’Angers aveva scolpito i tratti dei quattro sergenti. 

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